
Partiamo da un principio fondamentale:
le relazioni che intratteniamo con gli altri spesso riflettono il dialogo che abbiamo con noi stessi. Ma cosa significa questo nel contesto della terapia psicologica? E come possiamo interpretare l'andamento di un percorso terapeutico attraverso questa lente?
Immaginiamo che la relazione tra paziente e terapeuta si evolva nel tempo. Inizialmente, potrebbe essere caratterizzata da freddezza, diffidenza o timore, per poi trasformarsi in un'esperienza fluida, arricchente e di supporto. Questo cambiamento non è solo un riflesso della relazione esterna, ma anche di una trasformazione interna. Il paziente, nel suo dialogo interiore, inizia a sperimentare la stessa sensazione positiva che vive nella relazione terapeutica.
L'obiettivo del terapeuta è, in effetti, quello di modificare gli stati interni del paziente attraverso un lavoro mirato sulla relazione. Cambiando la dinamica relazionale, si apre la porta a un cambiamento profondo nella persona.
Un obiettivo ambizioso, ma assolutamente raggiungibile, è quello di rimodellare il modo in cui il paziente gestisce le difficoltà, le incomprensioni, le parti di sé più scomode, favorendo l'accettazione e la consapevolezza dei propri limiti.
Quando un terapeuta accoglie senza giudizio un aspetto difficile del paziente, si pone la prima pietra per permettere al paziente di fare altrettanto con se stesso. Il terapeuta diventa, così, una sorta di "voce interiore" positiva, un modello di auto-compassione.
Dopo un lavoro proficuo, il terapeuta diventa parte integrante del paziente, che inizia a rivolgersi a sé con la stessa comprensione e accettazione. È qui che il ruolo del terapeuta si trasforma: l'obiettivo non è creare dipendenza, ma autonomia. La conclusione di un percorso terapeutico, quindi, può essere un segno di successo, di una relazione che continua a vivere, trasformata, dentro il paziente.
Noi terapeuti, in un certo senso, diventiamo membri del "parlamento interiore" di chi sceglie di lavorare con noi. Ecco perché la scelta di un terapeuta competente è così cruciale: quella voce interiore vi accompagnerà per tutta la vita, anche dopo la fine del percorso terapeutico.
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